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C'est un Ange (Escapades)

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A scanso di equivoci lo dico subito: questo profumo non ha la pretesa di essere un colpo di genio; però è piacevolissimo e a modo suo, persino originale. L’ho provato (e ho finito il campione) perché AnnaMaria me lo aveva mandato per Stefania, che stava cercando un profumo per il giorno del suo matrimonio. Il pacchettino profumato è arrivato tre-quattro giorni prima del grande giorno e lei lo aveva già scelto, così la fialetta è rimasta a me. Evviva! La fragranza si apre con pasta di mandorle e mandorle tostate, poi spezie dolci, note polverose, vaniglia, balsami non meglio specificati (benzoino e tolu, forse?) e un “Bois onctueux” che io non sapendo bene il francese tradurrei con “legni grassi” (e comunque, non saprei cosa può significare). Io ci sento anche un frutto dolce e rosso, da acquolina. Lampone, direi. L’insieme è tenero, confortante ma non evanescente anzi, l’angelo è proprio qui a mezzo metro e mi sfiora con le sue ali! (e non se ne andrà per alcune ore). Io in genere non

L'Inspiratrice (Divine)

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Grazie al gentile invito di AnnaMaria, che me ne ha mandato una fialettina, ho potuto provare l’ultima creazione di Divine: L’Inspiratrice, uscito l’anno scorso. Ci ho messo un po’, almeno tre prove, per capire che genere di profumo fosse, se mi piacesse o no, e cosa ci potesse essere dentro. Quando poi ho letto la piramide mi sono detta: “Maddài, non ci credo”! Lo dico subito: sul sito Divine lo presentano come un accordo rosa/patchouli, con il bergamotto che apre, ylang ylang, peonia, muschio bianco, vetiver, vaniglia e fava tonka a chiudere. Ma il risultato è molto diverso da quello che la piramide farebbe pensare. Intanto, il vetiver domina fin dall’inizio: subito è rinfrescato dal bergamotto, un bergamotto per nulla dolce e solare, anzi direi quasi acerbo; poi si lega con l’ylang e la peonia, diventando più gentile e raffinato. Il muschio bianco dà ulteriore freschezza all’insieme e lo rende originale. La coda è romantica ed affascinante, con il vetiver molto stemperato da pochiss

Signora, lei puzza!

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Io questi profumi li detesto. Non è solo una questione di gusto (non li indosserei mai), ma anche di disagio fisico: mi fanno venire mal di testa anche solo ad annusarli su qualcun altro. Oppure nausea. Oppure mal di testa e nausea. Magari non sono loro, sono io ma... quando li sento mi tocca allontanarmi. Aromatics Elixir (Clinique) . Un cesto di frutta marcia cosparso di lacca per capelli: un mix che uccide. Naturalmente per apprezzarlo è necessario spruzzare dosi minime, ma purtroppo a volte tocca fare i conti con chi si inonda generosamente ed esce. Gli uomini cadono ai suoi piedi. Le donne pure. Questo può confondere, ma solo per un attimo: chi lo fa è comunque convinta che questa sia la riprova che tutti impazziscano per il suo profumo. Aqua Allegoria Pamplelune (Guerlain) ogni volta che mi capita di annusarlo mi trovo a chiedermi come abbiano fatto a convincere tutti quei gattini a far la pipì nei loro flaconi... Poison (Dior) . Capisco che sia un gran profumo, ma qui tutto url

Quale profumo oggi?

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Ciao a tutti, quale profumo avete scelto oggi? Io Shalimar Light, e mi sa che ho sbagliato, perchè non si associa per niente a questa giornata un pò uggiosa. Ma stasera, Musk di Etro. E voi? Immagine: marcostefanelli.it

La pubblicità di Midnight Poison (Dior)

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Dico, ma avete visto la nuova pubblicità del profumo Midnight Poison? Fiabesca, emozionante, mi ha lasciata senza parole... quelli del marketing di Dior senza dubbio ci hanno investito parecchio (sicuramente più di quanto abbiano investito nella creazione della fragranza) e hanno fatto benissimo: il profumo venderà bene, e sarà soprattutto merito della pubblicità. Il crescendo dei Muse in uno dei loro pezzi più belli in assoluto, il volto inquietante di Eva Green, il buio della notte... eeeh, quando il marketing fa miracoli... La fragranza l'ho annusata ed è uno strano connubio di note dissonanti, tra cui mi ha colpita una freschezza iniziale, come di menta. Tutto sommato, abbastanza dimenticabile. La pubblicità no.

I Profumi Amouage: Gold, Reflections e Ciel

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Ho provato i profumi Amouage: Gold, Reflection e Ciel, tutti e tre nella versione pour femme. Insieme alle fialette-prova, a Pitti Immagine Fragranze mi avevano dato anche un libro informativo sul Sultanato dell’Oman, da cui questi profumi provengono. Così ho scoperto che la linea Amouage nasce nel 1983, per opera di Sayyid Hamad bin Hamoud al-bu Said, membro della famiglia Reale, che ha voluto ripristinare l’antica arte profumiera omanita, catterizzando queste fragranze come “le più costose al mondo” (come se questo potesse in qualche modo suggerirci che siano anche le migliori del mondo). Mah. Se penso che negli Emirati Arabi Uniti grazie al petrolio si concentra una bella fetta della ricchezza mondiale, non è che questa scelta commerciale mi sorprenda poi molto. Per primo ho provato Gold , che non mi è piaciuto per niente: mi ha dato una sensazione di “Signora in tiara di brillanti e pelliccia di zibellino”. Troppa roba costosa dentro, troppa opulenza esibita, anzi urlata. Hanno p

Visita all'Officina Profumo Farmaceutica S. Maria Novella

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Non sapevo bene cosa immaginarmi, dell’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella; avevo letto una serie di note storiche, avevo visto delle foto, uso alcuni dei loro prodotti (compreso un fantastico aceto da toletta alla verbena per l’ultimo risciacquo dei capelli e le mitiche cartine profumate al benzoino da bruciare per purificare l’ambiente, che non mi mancano mai -ne ho una specie di dipendenza), ma non ero preparata all’atmosfera che si respira in una bottega che esiste da più di 700 anni, con i suoi marmi preziosi, i grandi, antichi armadi di legno e vetro pieni di boccette misteriose, il tappeto rosso sui pavimenti lucidissimi, i soffitti affrescati…l’atmosfera, pur accogliente, è di silenziosa ammirazione e tutti parlano sottovoce. Quelli che parlano. Perché c’è talmente tanto da vedere, che per la prima mezz’ora si rimane a bocca aperta e in religioso silenzio, e solo dopo aver esplorato le decine di flaconi, mazzetti di radici, strumenti antichi per la distillazion

Resoconto, ultima parte: BOIS 1920 e qualche considerazione generale

Nello stand di Piguet ho potuto provare la novità Cravache, un maschile del '63 rieditato, con un avvio agrumato e legnoso e un carattere vigoroso e presente. Elegante senza dandismo, una fragranza "classica", chic come un abito di Piguet dal taglio riconoscibile e di gusto. Magari non originalissimo, ma checcavolo, funziona alla grande. Qui ho conosciuto Davide Gherardi, che mi ha presentato BOIS 1920 , un'azienda italiana di cui sto testando le fragranze una a una con calma, perchè mi stanno piacendo molto (ve ne parlerò presto). Abbiamo chiacchierato amabilmente per oltre mezz'ora, e ne ho ricavato l'impressione di un vero appassionato. Mi ha poi fatto conoscere le 6 fragranze della linea Odori : Cuoio, Spigo, Tabacco, Zafferano, Iris e Odori, in cui il creatore Enzo Galardi racchiude l'essenza della sua città, Firenze. Bello il flacone quadrato incorniciato di legno col tappo di cuoio, io ho appunto provato Cuoio, e mi è sembrato davvero notevole, men

Bond n.9 e Nasomatto (resoconto, VI parte)

Diakranis e io siamo rimaste un minuto in silenzio a contemplare la parete con i Bond n.9. La prima volta che ho incontrato queste fragranze ero piena di pregiudizi: pensavo che fossero un esercizio di stile, con un packaging fantastico e poca sostanza. Un prodotto per chi è disposto a pagare tanto per una boccetta strana e una buona idea, senza badare tanto al succo. Poi, avendone provati un po’ e con più calma, mi sono fatta un’opinione molto diversa, e sono contenta che questa gita Firenze abbia confermato quest’opinione. Qui ho provato Bryant Park , che mi ha dato l’impressione della primavera nel parco, con il primo sole che scalda gli alberi di mimosa, un’esplosione di gialla delizia nel grigio dei palazzi cittadini, Coney Island , un marino ozonico che più che il mare riporta gli odori che al mare sono associati: alghe, sabbia, pineta; molto originale e sorprendente, Eau de New York , un fiorito agrumato che avevo sentito paragonare a Eau d’Hadrien di A. Goutal, (è vero, ma è il

L'Olfattorio ha aperto a Firenze!

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Siccome nella cartella stampa informativa della manifestazione (“Pitti Fragranze”) c’era anche l’invito per il nuovo Olfattorio appena inaugurato a Firenze, ci sono andata. Anzi ci siamo andati, mio marito e io. Si trova in una via molto elegante del centro, e ci si arriva tramite un piccolo passaggio con dei gradini in marmo; entri in un salone circolare e la prima cosa che fai è quella di dare un’occhiata generale: qui tutto tende al minimal, con colori chiari ed un ambiente raccolto, molto sobrio e raffinato, l’unico oggetto strabiliante è il bancone al centro della stanza, costituito da una bellissima lastra di marmo dorato con striature rosse, illuminata dal di dentro. I ragazzi, Dario e Michele, sono davvero competentissimi e completamente innamorati del loro lavoro; ci hanno dedicato più di mezz’ora raccontandoci cose interessanti sui profumi che sceglievamo di provare. Il sistema del Bar à Parfums è lo stesso che c’è a Torino: spruzzi la fragranza in un cono di cartoncino, ci s

I “Sette Profumi Capitali”: l’installazione artistica del profumiere Cerizza

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Nel pratone centrale avevo subito notato i sette piedistalli in legno bianco, con sopra le sette boccette. Nelle boccette, sette fragranze create per esemplificare le famiglie olfattive: Agrumata (con agrumi aspri, tipo limone), Floreale, Chypre (in un’interpretazione che ricordava vagamente lo Champagne, con un che di dolcemente frizzantino che la rendeva particolare), Ambrata (un’ambra dolce, lievemente saponosa, che mi ha ricordato l’ambra di Altromercato in vendita alla Bottega del Commercio Equo e Solidale, di cui ero innamorata e che non si trova più perché gli costa troppo produrla), Legnosa con tanto cedro e patchouli bilanciati benissimo, Cuoiata (leggermente affumicata, ma non pungente) e Fougère, a base di lavanda e cumarina. Si trattava di annusarle tutte, votare la preferita e di mettere la scheda col voto in una piccola urna. Tra chi ha votato la famiglia vincente, ne veniva estratto a sorte un flacone. Confesso che da un lato ci ho sperato, ma tanto sapevo già che avreb

Ineke Ruland, DelRae Roth (resoconto V parte)

Poi siamo uscite dalla limonaia per entrare in una specie di antica casina in pietra per il custode, che ospitava i profumi distribuiti da Morris. I primi che ho provato sono quelli di Ineke Ruland, una giovane canadese che ha presentato qui le sue prime 4 fragranze: After My Own Heart, Derring-Do, Balmy Days and Sundays, Chemical Bonding . La linea ha un che di americano, nel senso che è leggera, "innocua". Le fragranze non si staccano molto dalla pelle, come se fossero sussurrate, o come se avessero paura di essere troppo forti, di urtare la sensibilità del compagno di scrivania. Fragranze molto politically correct. Troppo. Nonostante questo, due mi sono anche piaciuti. Il primo della serie è ancora un ennesimo fiorito fruttato, ma questa volta il padrone della composizione è il romantico lillà, accanto a cui hanno messo foglie verdi e sandalo. Il risultato è poetico ed evocativo, l'ho indossato e mi sono ritrovata in primavera, con una gonna a ruota colorata di rosa e